Theo Theodoridis |
Theo rimane in carcere,
nonostante nel secondo grado di giudizio sia caduta l'accusa di spaccio
internazionale di sostanze stupefacenti. Il suo legale ha prodotto una
richiesta di appello, ma il sistema giudiziario ellenico, ancora legato
all'epoca della "dittatura dei colonnelli" e in balìa delle onde a
causa della gravissima crisi socio-politica, si accanisce contro un cittadino
inerme e cosa ancora più grave, innocente, la cui unica colpa è quella di
essere un personaggio pubblico. La storia continua ad avere dell'incredibile:
era stata fissata la data del primo giugno 2012 per il terzo grado di giudizio,
ma a causa di un intoppo burocratico non venne assegnato l'avvocato della
contro-parte, di conseguenza l’udienza è stata rinviata a giugno del 2013! I
lettori si chiederanno come sia possibile che si possa verificare una
situazione del genere in un Paese“civilizzato”come la Grecia, membro della
Comunità Europea. Non esiste il pericolo di reiterazione del reato, in quanto
non c'è nulla da reiterare, nè tantomeno pericolo di fuga: inoltre, le autorità
carcerarie parlano di Theo come un detenuto modello, che addirittura ha ripreso
gli studi interrotti tempo fa. In qualsiasi nazione "veramente
civilizzata" Theo sarebbe stato scarcerato e in attesa dell'ultimo grado
di giudizio, avrebbe continuato a scontare la pena (comunque, ingiusta) a casa
sua. Nella sua ultima lettera scrive: "hanno
rubato tre anni della mia vita senza aver commesso niente, spero solo mi venga
data la possibilità di difendermi e soprattutto spero che chi sa...parli e dica
come veramente sono andate le cose...Essere privati della libertà da innocente
è una cosa che ti distrugge, ma io ho fiducia che la verità verrà a galla e
giustizia sia finalmente fatta.
Angelo Martucci