Sono migliaia i consensi a sostegno di Theo Theodoridis, a tal proposito sento il dovere di ringraziare, anche a nome di Theo, tutti quelli che hanno voluto manifestare la loro solidarietà a questo sfortunato ragazzo la cui unica colpa è stata quella di cadere vittima della cocaina. Voglio ricordare che Theo è ancora rinchiuso nel Carcere Diavata di Tessalonica dove sono detenuti delinquenti della peggiore specie e viene trattato alla stessa stregua di questi, forse peggio di coloro che gli fornivano il veleno che ha intossicato il suo corpo. Ho chiesto l’intervento di Amnesty International allo scopo di ottenere una revisione del processo, in modo che Theo possa dimostrare la sua innocenza e riconquistare la libertà. Ma bisogna far presto, Theo è stanco di lottare, stanco di sopportare il peso di una tale ingiustizia.
Coloro che conoscono Theo di persona lo descrivono come un uomo mite, benevolo con un grande cuore, sempre pronto ad aiutare gli altri.
Molti lo conoscono come un benefattore a enti di beneficenza di sostegno ai meno fortunati ed ai bambini bisognosi. Come può un uomo così fare del male ad altre persone? La sua famiglia riferisce che Theo non è più la stessa persona, è molto dimagrito, i suoi occhi sono spenti e contornati di nero, esprimono il dolore di un uomo che deve pagare un prezzo troppo alto, imposto da una società malata, basata sulle apparenze.
“Io sono colpevole” dichiara Theo durante il primo e unico grado del processo, “ma sono colpevole di fronte alla mia famiglia e prego in ogni momento della mia triste esistenza, che un giorno possano essi perdonarmi, perdonare la mia debole condizione umana...ma non sono uno spacciatore, un assassino, un poco di buono, come molti mi dipingono” ha continuato Theo “lo giuro davanti agli uomini e davanti a Dio, supremo Giudice”. Come ci può essere menzogna in queste parole?
Prego tutti coloro che credono nella giustizia di continuare ad esprimere il loro sostegno lasciando il proprio indirizzo E-mail. Provvederò mensilmente ad inviare un plico ad Amnesty International, al suo legale ed a lui personalmente.
Ringrazio le istituzioni politiche ed amministrative, le associazioni i privati cittadini che hanno creduto nella sua innocenza.
Ringrazio soprattutto il quotidiano d’informazione la “Gazzetta del Sud” che ha raccontato questa triste storia sensibilizzando l’opinione pubblica.
Angelo Martucci